Proposta incontro di Filosofia presso UTL Noale
“La ricerca della felicità, ovvero sul desiderio e il dolore”
Socrate, Platone… i filosofi greci ma anche Schopenhauer e Nietzsche: queste le tappe di un percorso che cerca, non certo di rispondere definitivamente, quanto almeno di riflettere sulla domanda. Che cos’è la felicità? e soprattutto E’ possibile essere felici?
ABSTRACT
La felicità, ci dice Aristotele, “è qualcosa di perfetto e autosufficiente, in quanto è il fine delle azioni da noi compiute”. E questo fine/bene a cui tutti gli uomini tendono è perfetto proprio perché non è funzionale, quindi subordinato, ad altro. Ma, continua sempre Aristotele, “in una vita compiuta. Infatti, una rondine non fa primavera, né un sol giorno: così un solo giorno o poco tempo non fanno nessuno beato o felice.” Come è possibile questo quando noi facciamo esperienza della felicità soprattutto nell’attimo, nell’accadimento che ci sorprende e che poi fugge via? Si tratta, questo ci indicano i grandi maestri del passato, di pensare la felicità in relazione alla virtù (in greco: aretè) che altro non è che la capacità di sviluppare quello che siamo, di attualizzare ciò che “potenzialmente” siamo. La felicità come movimento, come divenire, come crescita; la felicità, appunto, di una vita. Ma, se questo è vero, allora si tratta di ripensare anche il rapporto tra Dolore e Felicità perché nella nostra vita questi momenti sono strettamente uniti. Un percorso di felicità è in grado di trasformare il dolore in occasione di crescita e di senso. In questo modo, riprendendo e riformulando la celebre affermazione di Schopenhauer, possiamo dire che contrario alla felicità non è il dolore ma…la noia.