E l’armonia vince di mille secoli il silenzio. Forme del linguaggio poetico

diae l'armonia vince di mille secoli il silenzio 02 maggio 2025

Chiamiamo poesia una creazione umana che presso le popolazioni più antiche poté cristallizzarsi nelle forme che ci sono giunte solo dopo un secolare apprendistato in forma orale. Se per i greci l’epica fu “enciclopedia tribale”, memoria e celebrazione collettiva, l’antenata della lirica moderna – nata dall’unione di parola, musica e canto – diede piuttosto voce all’individuo. 

Già oggetto di speculazione filosofica, la poesia è stata definita e studiata dalla linguistica in relazione alle peculiarità che la distanziano dalla comunicazione ordinaria. Da una prospettiva storico-letteraria, oltre a parlare dei loro autori e a riflettere il loro mondo, i testi poetici si rifanno a generi e tipologie dialogando con altri testi.

Insieme con le poetiche, anche il canone è soggetto a variazioni e accade che autori già celebrati cadano nell’oblio. Per giunta, l’estensione contemporanea dello spettro del poetico e del poetabile ha sbiadito la percezione della poesia come costrutto regolato da norme e uso, determinando il curioso fenomeno – certo amplificato dai media – della prevalenza dei tanti che scrivono sui pochi che si ostinano a leggerla. Eppure, nell’orizzonte “liquido” di questo terzo millennio, interrogarsi sui destini di tale “prodotto” e tenerlo vivo significa non abdicare alla ricerca di un paradigma di senso, ma anche rivendicare la gratuità di una bellezza che ci rende più umani.

Parole chiave: poesia, epica, lirica, memoria, poetica, linguistica

Prof.ssa L. Andreatta

E l’armonia vince di mille secoli il silenzio. Forme del linguaggio poetico
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