Fabrizio De André e la poesia in musica

Fabrizio De André agli esordi assorbe e rielabora, a volte sfiorando il plagio, tutte le suggestioni musicali e letterarie che incontra. Fondamentale in questo senso è l’incontro con le canzoni di Brassens e con la poesia e la canzone francese, un vero amore, che troverà immediata rispondenza nel suo impegno di traduttore.
Grazie alle sue traduzioni molto fedeli e alla proprietà linguistica che già lo caratterizza De André riuscirà a confezionare una serie di brani, alcuni di grande impatto, come Bocca di rosa, che gli permetterà di pubblicare il suo primo album ottenendo un successo che si allargherà progressivamente, specie dopo che Mina reinterpretò La canzone di Marinella ottenendo una visibilità immediata, assieme alle prime reazioni scandalizzate dei benpensanti dell’epoca (sorte già toccata in precedenza proprio a Brassens).
Da De André il discorso si allargherà ad altri autori, magari meno conosciuti, specie quelli con maggiore vocazione letteraria, e a una disamina degli incroci, delle influenze reciproche, delle collaborazioni che nel tempo hanno dato origine a splendidi ibridi (come gli ultimi tre album pubblicati da Faber), impreziositi da una collaborazione strettissima con grandi musicisti come Nicola Piovani, Giampiero Reverberi o Mauro Pagani, o grandi cantautori come De Gregori, Bubola, Fossati.
Sullo sfondo, sempre presente, quel difficile, spesso inafferrabile rapporto, tra poesia e canzone, a volte rivendicato, a volte snobbato, ma sempre fecondo.
L’incontro sarà arricchito da filmati, files audio, interventi diretti dal vivo con l’accompagnamento della chitarra.
Gianmaria Sberze