La Resistenza delle donne venete
Presentazione Noale 6 dicembre

Le partigiane furono donne che scelsero di avere un ruolo attivo nel Movimento di Liberazione dal nazi-fascismo, mettendo in gioco la propria vita.
La relatrice risponderà a queste e ad altre domande attraverso il racconto di alcune figure di partigiane venete, note – come Tina Anselmi e Tina Merlin – e meno note, diverse per età e condizione sociale, che scelsero di non stare a guardare.
Talvolta tutta la famiglia è coinvolta, ma c’è chi lo fa all’insaputa dei genitori, con il gruppo di amiche, il gruppo della parrocchia o seguendo i fratelli.
Dopo l’8 settembre del 1943, soccorrono i soldati italiani che fuggono e li aiutano a fuggire per non essere catturati e deportati in Germania. È una reazione spontanea, che diventa ribellione contro l’oppressione fascista e l’occupazione tedesca.
Lo fanno in modi diversi:
- Come “staffette”, che vuol dire non solo tenere i collegamenti tra le brigate partigiane, ma procurare cibo e vestiti, portare armi e messaggi, curare feriti, tutto ciò che consente la sopravvivenza delle brigate stesse
- Molte, ricercate, vissero clandestine in brigata con i partigiani, condividendo le dure condizioni della vita alla macchia
- Alcune divennero partigiane combattenti a fianco dei compagni
Si sentirono cambiate e dopo la guerra continuarono l’impegno nella politica, nel sociale, nel lavoro.
