Monselice e le sue unicità

Monselice e le sue unicità

Questo incontro vuole essere uno spunto d’ispirazione volto alla scoperta di uno dei luoghi più singolari e speciali d’Italia: Monselice. Città di antichissime origini, la cui fondazione secondo la leggenda sarebbe attribuita all’eroe troiano Opsicella, compagno di Antenore, grazie alla sua conformazione e posizione strategica, è stata nell’arco dei secoli, il crocevia di personaggi illustri e davvero unici. 

Definita «la Porta dei Colli Euganei», essa sorge incastonata come un gioiello tra il Montericco, ed il Colle della Rocca, l’antico «Mons Silicis», ovvero «Il Monte della strada selciata» e fu terra di Euganei, Veneti antichi, Romani, Bizantini e Longobardi, di cui permangono reperti davvero interessanti, soprattutto quelli relativi ai ricchi corredi funerari della necropoli longobarda.

Nel Duecento fu addirittura nominata Camera Specialis Imperii, status che le venne apertamente riconosciuto dalla presenza in loco del famoso Stupor Mundi, ovvero l’imperatore Federico II di Svevia, di cui ancor oggi rimane il più bell’esempio di architettura militare federiciana nell’Italia settentrionale, ovvero il Mastio Federiciano e la cui venuta nel 1239, viene annualmente rievocata durante il mese di settembre con il famoso Palio delle Nove Contrade della Giostra della Rocca. Ezzelino III da Romano, suo vicario imperiale e un secolo dopo, i Carraresi, signori di Padova, contribuirono in modo significativo all’ulteriore fortificazione della città, di cui sono ancora visibili i lacerti dell’ultima cinta muraria e soprattutto l’ampliamento architettonico del Castrum di Monselice, il quale a partire dal XV secolo fu trasformato poi in una vera e propria villa veneziana, dopo l’acquisizione da parte dell’illustre famiglia Marcello.

Monselice è a tutti gli effetti una delle più importanti città murate della regione ma appartiene al contempo anche alla Civiltà delle Ville Venete, grazie alle sue numerose residenze di villeggiatura veneziane e patavine che ne costellano il territorio. Il suo legame con la Serenissima rimarrà per sempre indissolubile e privilegiato anche per il fatto che «Il più bel Salotto d’Europa», ovvero Piazza S. Marco di Venezia, fu pavimentata nel 1722 proprio con la pietra trachitica estratta dal Colle della Rocca. Il castello di Monselice è tra l’altro l’unico castello delle città murate euganee i cui interni sono completamente visitabili, arredati ed impreziositi da una delle più grandi ed importanti collezioni d’arte a livello europeo mai avvenute nel ‘900, oltre ad ospitare la seconda armeria più importante del Veneto

Questo fu voluto e creato negli anni ’30 del secolo scorso dall’ultimo proprietario del luogo, il conte Vittorio Cini, vero e proprio protagonista del suo tempo, personaggio eclettico, politico, imprenditore, industriale, mecenate, collezionista, estimatore d’arte. Egli fu inoltre il marito di Lyda Borelli, la più grande diva del cinema muto italiano dei primi anni del XX secolo, l’emblema per eccellenza della donna moderna ed emancipata.

La presenza e l’impegno locale di queste due personalità eccezionali di valore internazionale concorsero allo sviluppo culturale sociale ed economico di Monselice. Dal punto di vista religioso e devozionale, la Città della Rocca è anche Città dei Cammini, meta e tappa di viandanti e pellegrini, i quali possono grazie ad un timbro speciale convalidare le credenziali del pellegrino.

Da qui, infatti, passano: la Via Romea Germanica, la Romea Strata, il Cammino di Santiago e il Cammino di Sant’Antonio, i quali sono legati anche alla presenza di fatti importanti e alla conservazione di reliquie uniche. La duecentesca Pieve del Colle, dedicata a Santa Giustina, martire e santa patrona patavina, oltre ad essere uno scrigno di opere d’arte, alla fine del ‘300 fu anche onorata dalla presenza di un canonico davvero eccezionale: l’illustre poeta Francesco Petrarca e incarna a tutti gli effetti il cuore spirituale della città. Ma probabilmente l’emblema più eclatante dell’unicità monselicense consiste nel fatto che il Colle della Rocca rappresenta anche l’unico esemplare di Sacro Monte Giubilare. Infatti, grazie alla presenza delle sue «Sette Chiesette» che dal 1605 sono «ROMANIS BASILICIS PARES», essa gode di uno status straordinario ed esclusivo, in perpetuo, ratificato tramite la Bolla Papale di Paolo V.

 Questo privilegio, unico al mondo, fu concesso alla famiglia veneziana Duodo, la quale oltre all’edificazione delle chiesette, della propria splendida Villa con la spettacolare esedra, le statue e gli altorilievi, (tutti ubicati a mezza costa del colle), ottenne la concessione di tramutare anche il magnifico oratorio di San Giorgio, nel massimo punto d’arrivo di questo percorso sacro. Infatti, nel secolo successivo grazie ad un altro privilegio papale elargito ai discendenti della stessa famiglia, l’oratorio divenne una vera e propria «galleria» devozionale, che ospita ancora oggi le reliquie di 27 corpi di santi e martiri cristiani traslati direttamente dalle catacombe di Roma.

Tra tutti il più venerato e sentito è il San Valentino di Monselice, che costituisce il santo protettore dei malati di epilessia. Queste sono solo alcune delle unicità del genius loci della contemporanea Mons Silicis, il cui Colle minore, (il Colle della Rocca) è stato definito dallo scrittore Gian Antonio Cibotto come «Una piccola capitale che può vantare la più bella passeggiata del Veneto».

Dott.ssa Giovanna Soloni